"Mettere al centro le periferie" per un impegno che rinasce ogni giorno

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<![CDATA[Un percorso interiore antitetico al far del bene per farsi belli, allo stare in primo piano, all’ego e all’ipocrisia. L’educazione alla carità è anzitutto un’educazione di se stessi. “Renderci capaci di guardare nelle nostre ‘periferie’ interiori di esseri umani, in quegli angoli bui che tutti abbiamo, e portarvi la luce della consapevolezza e dell’impegno”.
Sono parole forti, chiare, intessute di quella semplicità che sgomina alibi e fraintendimenti e si fa strada diretta nel cuore. Parole che si fanno capire. E che si fanno sentire. Sono le parole dell’Arcivescovo della Diocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela Monsignor Calogero La Piana a introduzione e avvio dei lavori del XXXIII convegno annuale della Caritas diocesana di Messina, all’Istituto Cristo Re.
Il convegno si intitola “C’entriamo la periferia! Il coraggio di essere comunità cristiana educa alla carità”. E basta guardare insieme con il Vescovo la locandina del convegno per avere subito i primari significativi della giornata: periferia, amore, coraggio, educazione, carità, comunità. E il Vescovo li sottolinea tutti.
Dopo il Vescovo, parlano Valerio De Joannon, viceprefetto, che porta l’augurio di buon lavoro del prefetto Stefano Trotta, Anna Maria Tripodo, in rappresentanza della (ex) provincia di Messina. E il sindaco della città, Renato Accorinti, il quale si richiama alle parole dell’Arcivescovo e a quelle di Papa Francesco, ma anche alla storia di San Francesco per ricordare “l’importanza di essere cittadini” e “il valore delle istituzioni”, due facce della medesima medaglia, una medaglia che – dice – “nulla deve avere a che fare con quella politica che ricordiamo perfettamente, la politica che non ha fatto il bene comune e, per questo, ha rinunciato a svolgere la propria insostituibile funzione”.
E’ un giorno di preghiera e di festa, di riflessione e di analisi allo stesso tempo, questo del XXXIII convegno annuale della Caritas. Dedicato a due coordinate morali, esistenziale e concrete che si intrecciano e intercettano vicendevolmente e rendono ogni considerazione un proponimento, ogni informazione una spinta, ogni manifestazione d’impegno immediata volontà di impegno ancor maggiore.
E’ il mondo della carità della Chiesa locale – “la carità che è fatta d’amore, d’amore verso il prossimo nostro come verso noi stessi”, come ricorda l’Arcivescovo – che si interroga, assume responsabilità, opera per individuare le vie migliori di intervento, dialoga, in un convegno che viene condotto da Angela Sturiale, animatrice del progetto Policoro e il cui tema si presta ad analisi e approfondimenti, come ricorda padre Gaetano Tripodo, direttore della Caritas diocesana. Suo l’accento sulle “nuove povertà” che si assommano alle vecchie, più conosciute. Suo l’accento anche sul profilo educativo, perché – dice – tutti possiamo e dobbiamo crescere in consapevolezza, facendo sì che gli altri siano il nostro vero specchio e sempre ‘usando’ la gratuità che contraddistingue il nostro operato come via privilegiata verso la consapevolezza”. Così anche le “opere segno”, quelle opere che stanno davanti ai nostri occhi, che è più facile considerare e tenere presenti, sono appunto “altrettanti segni” che rappresentano una indicazione, un indirizzo, e provocano riflessione.
“La consapevolezza non è mai un dato definitivamente acquisito, è un modo di essere e di sentire, un impegno. E l’obiettivo è l’acquisizione sempre più profonda dei valori in cui crediamo, e della capacità di dare concreta attuazione a questi valori, nei gesti piccoli come in quelli grandi, tutti parimenti validi e tutti parimenti esistenti nella relazione con l’altro”. Ha un duplice auspicio, padre Tripodo, da consegnare alla città in questa giornata. Che siano comprese e valorizzate le periferie messinesi, qui in senso geografico, perché – sottolinea – sono risorse, anche nel senso di essere cornice di un’azione quotidiana straordinaria di un numero imponente di volontari e di rappresentanti della Chiesa locale. E che il Comune si adoperi, come ha promesso, affinché vengano concessi alla parrocchia di Santa Lucia sopra Contesse gli spazi adeguati a ospitare un centro socio-educativo.
La centralità della periferia significa, infatti, anche questo. Non a caso a portare testimonianza al convegno sono Santa Lucia sopra Contesse, per cui prendono la parola Rosaria Amanti e il diacono Roberto Comunale e il parroco don Giovanni Ioppolo, la parrocchia S. Pio X di Fondo Fucile per la quale parlano i volontari Graziella Lodato e Antonella Runci mentre il parroco don Arcangelo Biondo ascolta in platea, e la comunità di S. Gerlando di Lampedusa che si presenta con un video, nel quale parla don Mimmo Zambito. Mentre tra gli interventi, c’è anche quello di Dinah Caminiti dell’Aibi Messina.
E il tema delle periferie, in particolare quello delle “nuove periferie esistenziali”, è “attuale, importante per le piccole e le grandi città, a Messina come altrove, nel resto d’Italia”, anche secondo il direttore della Caritas di Torino Pier Luigi Dovis, da poco eletto membro della Presidenza di Caritas italiana. “Troppo spesso – dice nel convegno – si tratta di periferie nelle quali la fatica primaria, quella insostituibile, quella irrinunciabile è la costruzione quotidiana, azione dopo azione, pensiero dopo pensiero, sentimento dopo sentimento, delle fondamenta della speranza. Avere speranza non è illudersi, dare speranza non è dare illusioni. Anzi, è il contrario. La speranza è cioè il portato, l’effetto, di assunzioni piene e costanti di responsabilità, ed è incamminarsi verso obiettivi condivisi e trasparenti. Ed è, quindi, ciò che può darsi solo nella relazione, solo nel recupero della forza e della bellezza della relazione umana. Per questo considero il tema scelto dalla Caritas di Messina un tema centrale che riguarda tutti noi”.
E alla periferia guarda anche la prossima settimana teologica della Diocesi. Il titolo – e la data – della settimana sono annunciati da Dino Calderone, a nome della commissione organizzatrice. Si terrà nei giorni 10, 11 e 12 marzo 2014 e sarà intitolata “Nelle periferie dell’umanità … con lo spirito delle beatitudini”.
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