<![CDATA["I dati della Caritas Italiana provenienti da un campione di 336 Centri di Ascolto attivi in 45 diocesi, ci dicono che in termini percentuali dal 2009 al 2012 l’aumento delle richieste di farmaci è stato pari al 57,1%". Inoltre, "nel nostro Paese si osservano tuttora diseguaglianze rilevanti relativamente alle condizioni di salute: le persone, i gruppi sociali e le aree geografiche meno avvantaggiate presentano un maggior rischio di morire, di ammalarsi,di subire una disabilità, di praticare stili di vita rischiosi". Infine, "vi sono segnalazioni di indici di mortalità cinque volte maggiori in alcune fasce di popolazione povera rispetto a quella più ricca. Inoltre, lo stato di povertà si associa sempre ad una maggiore incidenza di malattie anche per una maggiore esposizione ai fattori di rischio ambientali e legati agli stili di vita. Molte di queste differenze sono legate direttamente al rapporto con il servizio sanitario e riguardano sia l’accesso alle prestazioni che al trattamento ricevuto, tra cui anche l’accesso al farmaco".
Sono solo alcune delle indicazioni emerse dall'intervento di don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, a commento della presentazione del 1° Rapporto sulla povertà sanitaria e sulla donazione dei farmaci in Italia, realizzato dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus. Alla presentazione, coordinati da Nico Perrone, direttore dell’agenzia di stampa Dire, sono intervenuti il Presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus, Paolo Gradnik, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il Presidente nazionale delle ACLI, Gianni Bottalico. Nel rapporto della Fondazione Banco Farmaceutico dati e analisi.
“Distinguere senza separare il piano delle riforme auspicabili, che non hanno i tempi della sofferenza dei poveri e che comunque rientrano nella responsabilità dei cristiani, da quello della azione solidale che offre oggi e qui le risposte possibili ai bisogni sociali – ricorda don Soddu – è la sfida che certamente ogni cristiano, ma direi ogni persona di buona volontà e, di più, ogni cittadino fedele alla Costituzione repubblicana, deve assumere. Così si adempiono i congiunti e inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale previsti dall’art. 2 della Carta, così si concorre al progresso materiale o spirituale della società come previsto all’art.4. Così si costruisce un paese solidale in cui tutti sono responsabili di tutti, secondo quanto espresso al n. 38 della Sollicitudo Rei socialis, e dall’intera Dottrina Sociale della Chiesa e secondo quanto nei recenti auspici tra Papa Francesco e Capo dello Stato”.]]>