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Conoscersi, individuare i carismi presenti in ciascuno, accogliere tutti, creare relazioni, lavorare insieme, coordinarsi, dialogare in parrocchia, tra parrocchie e col territorio, sentirsi chiesa universale: questi alcuni degli elementi che sono stati individuati dagli operatori e animatori delle Caritas parrocchiali della Diocesi nei tre incontri tenutosi nel mese di maggio rispettivamente il 14 a Roccalumera per la zona ionica, il 21 a Milazzo per la zona tirrenica, il 28 a Messina per Messina e villaggi. Erano presenti il Direttore della Caritas diocesana padre Giuseppe Brancato, la segretaria Suor Elisa , il referente del laboratorio per la promozione e l’accompagnamento delle Caritas parrocchiali Angela Raccuia, gli operatori del centro di ascolto diocesano Marisa e Aldo, gli animatori e gli operatori delle Caritas parrocchiali. Insieme si è riflettuto sull’importanza di una pastorale integrata per costruire comunità integrali, una pastorale inclusiva, dove tutti sono utili e indispensabili, che permette di vivere in comunione, che ci aiuta a scrutare e ad interpretare i segni dei tempi, che ci fa interrogare su ciò che accade intorno a noi e su che tipo di servizio la chiesa oggi può dare alla società. Pastorale integrata che crea spirito di collaborazione tra le diverse dimensioni pastorali in parrocchia, tra parrocchie e parrocchie, tra parrocchie e diocesi, tra uffici diocesani, tra diocesi e chiesa universale. Compito di tutti gli operatori parrocchiali ma in particolare della Caritas è non solo erogare servizi o beni, ma diffondere amore e creare relazioni. Queste alcune delle riflessioni che il direttore della Caritas diocesana padre Brancato ha comunicato ai presenti, affermando l’urgenza di proporre questa tematica poichè, anche se i documenti del Magistero ne parlano da decenni, non si è riusciti ancora concretamente ad attuarla e a tutti, parroci e laici, è richiesto un maggiore impegno per imparare a lavorare insieme ponendoci al servizio delle persone ferite, più fragili, più deboli. Anche se le presenze al workshop sono state poche, forse per una non efficace e tempestiva comunicazione o per stanchezza degli operatori dopo un anno di intenso e significativo servizio, l’interesse, l’impegno e la gioia di vivere quel momento insieme sono stati soddisfacenti e proficui, tanto che ci hanno permesso di individuare nodi problematici e proposte che qui riportiamo sotto forma di decalogo, da mettere in atto:
- No allo scarto e alla chiusura. Si all’essere lievito e all’apertura.
- Si alla preghiera e alla formazione spirituale per vivere in comunione.
- No al far prevalere il proprio ego. Si all’individuazione dei carismi che lo Spirito Santo ha donato a ciascuno e che vanno individuati e messi a frutto.
- Si al conoscersi, al rispetto della persona, al coinvolgimento, alla complementarietà.
- Si al farsi illuminare dalla parola di Dio nelle scelte.
- Si al volersi bene e al correggersi a vicenda.
- Si all’essere in comunione di intenti, all’avere obiettivi comuni.
- Si al coinvolgimento dei giovani nei nostri cammini di crescita e responsabilità.
- Si al creare rapporti in parrocchia, tra parrocchie, tra parrocchie e diocesi.
- Si al riscoprirsi figli di Dio.
Da una verifica di fine incontro si evince per i partecipanti al workshop il bisogno di crescere e lavorare insieme, la positività dei vari momenti vissuti, la gioia per esserci stati e il rammarico per gli assenti che non hanno potuto vivere questo interessante momento informativo-formativo.
Angela Raccuia – referente del Laboratorio Caritas Parrocchiali
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