<![CDATA[Perché il popolo brasiliano protesta contro la Coppa del Mondo? Comincia così padre Adriano Sella nella sua riflessione sui Mondiali di calcio. Uno sguardo critico ne anima le parole. Riportiamo di seguito la nota di padre Adriano.
Não vai ter copa: “non ci sarà nessuna coppa”. È questo lo slogan di chi in Brasile il Mondiale di calcio della Fifa, l’evento che ogni quattro anni monopolizza con le sue immagini e le sue parole un intero pianeta, non lo vuole, non lo capisce e non lo accetta. Da una ricerca del Pew Research Center emerge che il 72% dei brasiliani è scontento, mentre il 61% pensa addirittura che la manifestazione sia un male per il Paese. I motivi? Sono tanti, precisi e ben radicati. Proviamo qui a spiegarli in maniera sintetica.
- Costi imprecisati. Non c’è ancora un dato preciso su quanto abbia sborsato il Brasile per organizzare la coppa: da 13,4 miliardi di dollari a 33 miliardi, o addirittura 63 miliardi.
- Sprechi e povertà diffusa. “Il Brasile ha problemi con la sanità, con i trasporti, con le scuole, ma tutti i soldi vengono spesi per i Mondiali”, ha detto Romario, fenomeno verdeoro di un ventennio fa e indiscusso protagonista della vittoria della Seleçao a Usa ’94 (…) mentre la Fifa a fine competizione farà le valigie dal Paese “con profitti per oltre 4 miliardi di dollari”.
- Espropriazione ed esclusione.
- E altri…(vedi: http://www.squer.it/)
La Coca Cola, sponsor della Coppa del Mondo, usa gli Indiani per promuovere i suoi prodotti – ma è coinvolta nella loro lotta territoriale. Nelle sue pubblicità, Coca Cola utilizza l’immagine di un Indiano sorridente che beve la famosa bevanda. La compagnia, però, compra zucchero dal gigante alimentare Bunge, che a sua volta acquista canna da zucchero prodotta nella terra rubata ai Guarani. “Coca Cola deve smettere di comprare zucchero da Bunge. Mentre queste compagnie fanno profitti, noi siamo costretti a soffrire la fame, la miseria e gli omicidi” ha detto un portavoce guarani.
Secondo quanto rivelato da un nuovo, scioccante studio, i Guarani oggi soffrono il tasso di suicidi più alto al mondo. Nel 2013 almeno 72 membri della tribù si sono tolti la vita: il numero è quasi triplicato negli ultimi vent’anni. La maggior parte delle vittime ha tra i 15 e i 30 anni.
Nelle sue pubblicità, Coca Cola utilizza l’immagine di un Indiano sorridente che beve la famosa bevanda. Ma la compagnia compra zucchero dal gigante alimentare Bunge, che a sua volta acquista canna da zucchero prodotta nella terra rubata ai Guarani.
(fonte: http://www.survival.it/coppadelmondo)
La Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile condanna le spese pubbliche per i Mondiali e ed ottiene dalle autorità brasiliane il rispetto dei diritti degli esclusi. I vescovi brasiliani hanno realizzato e distribuito un opuscolo sui Mondiali. Nel cartellino rosso hanno inserito:
In questo momento di svolgimento del Campionato, le Chiese vogliono dare il loro contributo mediante un dibattito pubblico ed esprimendo la loro preoccupazione per:
- L’esclusione di milioni di cittadini dal diritto d’informazione e dalla partecipazione ai processi di decisione sulle opere realizzate per il Campionato.
- Lo spostamento delle famiglie e delle comunità per la costruzione delle opere degli stadi e della mobilità, con la violazione al diritto di residenza nelle comunità e nei quartieri popolari.
- L’accrescimento delle disuguaglianze urbane e del degrado ambientale.
- E altri…(vedi: http://www.cnbb.org.br/).
Allora, è bene guardare i Mondiali di Calcio con occhi critici, per poter costruire la Coppa del Mondo: dignità e pace, come invitano i vescovi brasiliani.
Adriano Sella (missionario e discepolo dei nuovi stili di vita)]]>