<![CDATA[A 2 anni dal provvedimento che istituiva la nuova Social card per le famiglie povere con bambini e a fronte di 50 milioni di euro stanziati, ancora nessuna famiglia ha ricevuto il sostegno. Nel frattempo in Italia un bambino su 10 è in condizioni di povertà assoluta, con un incremento del 30% in un anno. Lo denuncia un monitoraggio effettuato da Caritas Italiana e Save the Children, che chiedono al Governo e ai Comuni di rivedere le modalità di assegnazione della carta che consente acquisti fino a 404 euro al mese.
La sperimentazione della nuova Social card è stata istituita con D.L. n°5 del 9 febbraio 2012, prevedendo uno stanziamento di 50 milioni di Euro ed è stata resa attuativa con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (10 gennaio 2013) nei 12 Comuni più popolosi d’Italia: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona. Ad oggi non è stata ancora erogata in nessuno dei Comuni coinvolti
“La preoccupazione della Caritas per le condizioni delle famiglie italiane, in quest’anno ancora pesantemente segnato dalla crisi, è grande”, ha detto don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana: “Per questo sono importanti tutte le azioni che potrebbero segnalare una attenzione nuova del Governo alle fasce più deboli come l’avvio effettivo delle sperimentazioni della nuova carta acquisti, la pronta definizione del Piano operativo per il nuovo fondo europeo sui beni essenziali, una più efficace azione contro la povertà minorile e l’evasione scolastica”.
“Chiediamo al Governo Renzi e a tutte le istituzioni coinvolte – ha sottolineato Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – di fare arrivare a destinazione, senza ulteriori ritardi, in tutte le città oggetto della sperimentazione, i fondi stanziati da più di due anni per il sostegno alle famiglie in povertà con bambini. Se pensiamo alla vita quotidiana di famiglie con bambini che sopravvivono con meno di 3.000 euro di ISEE l’anno, è facile cogliere la gravità delle lentezze burocratiche nell’assegnazione di un contributo già stanziato da tempo”.]]>