Area Promozione Mondialità

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promozione mondialitàLa promozione mondialità è l’ambito in cui la Caritas diocesana pone AL CENTRO l’attenzione al POVERO NEL MONDO. La Caritas diocesana, in sintonia con la Caritas Italiana, dovrà essere prevalentemente strumento per creare una cultura della solidarietà, privilegiando la scelta educativa prima di quella operativa.
I destinatari dell’azione della Caritas ad ogni livello sono Poveri, Chiesa, Mondo. Tuttavia, nello specifico ambito della mondialità, questi destinatari vanno considerati in senso ampio (in Italia e all’estero).

 

Per quanto attiene l’impegno internazionale, lo Statuto (art. 3) affida alla Caritas due compiti:

  • l’organizzazione e il coordinamento degli interventi d’emergenza in caso di gravi calamità;
  • la promozione d’iniziative di sviluppo umano e sociale dei Paesi del Terzo Mondo, sia sensibilizzando l’opinione pubblica, sia promuovendo servizi e provvedendo con aiuti economici.

In Rwanda

Dal 1996 la Chiesa diocesana, Diocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, cammina a fianco della Chiesa sorella rwandese in un percorso di accompagnamento e crescita reciproca. La collaborazione con la Chiesa di Kigali ha permesso di realizzare: interventi economici di sostegno a favore dei minori e delle donne, interventi di formazione professionale e accompagnamento morale, interventi per gli orfani.

Padre Nino Caminiti, allora direttore della Caritas diocesana Messina Lipari S. Lucia, andò in visita a Kigali una prima volta nel maggio del 1999. Nel luglio dello stesso anno venne in visita a Messina monsignor Twagirayezu Callisto, vicario generale della Diocesi di Kigali, e in seguito si realizzò la visita a Messina dell’Arcivescovo di Kigali, monsignor Taddèe Ntihinyrwa. Padre Caminiti tornò in visita a Kigali, dove fu accompagnato dal rettore del Seminario Minore di ‘Ndera padre Jean Bosco, responsabile dei gemellaggi, dieci anni dopo, nel 2009. Ed ebbe modo di verificare “il cammino fatto”. “L’impatto con il territorio è stato positivo…”, scrive nella sua relazione. “Il Paese sembra cresciuto nei suoi diversi ambiti. La nostra partecipazione economica al programma ‘la riconciliazione e la pace’, partito nel Duemila in occasione del Giubileo, il desiderio che si percepisce di voler costruire la pace tra le diverse etnie, il senso civico e il cuore di questa gente, i ‘luoghi della memoria’ che hanno l’obiettivo di aiutare il popolo ruandese a superare il male del genocidio… tutto questo contribuisce a far nascere nel cuore dei giovani la convivenza pacifica e solidale. Le testimonianze che abbiamo ascoltato sono state davvero significative e toccanti”.

  • Bureau Social Urban: la Caritas Diocesana di Messina ha fornito aiuti economici al Centro Ascolto della Caritas diocesana “Bureau Social Urban” a favore dei “bambini non riaccompagnati” reduci dai campi profughi. Il progetto Caritas si è concluso nel 2002 ma padre Caminiti, in visita nel 2009, annota che il centro continua a operare in modo positivo.
  • Progetto Rafiki: il centro dedicato alle donne sole, vedove di guerra e vedove con figli a carico nel distretto di Butamwa, dal 2005 è un Centro formativo professionale per giovani. L’intervento economico della Caritas Diocesana di Messina ha permesso di ampliare la struttura e attrezzare i locali. I servizi di formazione professionale forniti dal Centro vanno dall’agricoltura all’allevamento all’elettronica, dalla sartoria al lavoro di parrucchiere/a.
  • Orfanotrofio Holy Family: opera per ragazzi e giovani abbandonati, diversamente abili, orfani. Vengono forniti aiuti per la scolarizzazione, primaria, secondaria e universitaria, assistenza presso le sedi dell’orfanotrofio ma anche, in svariati casi, a domicilio.
  • Adozioni a distanza dei seminaristi: l’intervento si è svolto sino al 2004.
  • Gemellaggi tra parrocchie: l’Arcidiocesi di Kigali, nata nel 1976 su decisione di Paolo VI dalla divisione in due della Diocesi di Kabgayi, è una delle nove Diocesi del Rwanda e si compone di 21 parrocchie distribuite in quattro zone pastorali e suddivise in centrali e succursali, così che il numero complessivo delle sedi è di 184. Sono quattro le parrocchie di Kigali gemellate con altrettante parrocchie della Diocesi di Messina.

La parrocchia San Domenico Savio Musha di Kigali è gemellata con la parrocchia San Sebastiano di Barcellona Pozzo di Gotto. “E’ particolarmente interessante – viene annotato nella relazione del 2009 – il luogo in cui sorge la parrocchia ruandese. Dentro e fuori la Chiesa è presente un ‘memoriale del genocidio’. In Chiesa sono state uccise circa duemila persone. Lo testimoniano le ossa, visibili, in una stanza all’interno della Chiesa”.

La parrocchia Nostra Signora dell’Assunzione di Kabuye è gemellata con la parrocchia S. Giuseppe e S. M. Annunziata di Bisconte. “La Comunità di Kabuye – si legge nella relazione – ci ha accolti con canti, poesie e danze. Ci è stato illustrato il progetto del centro sociale Serena (Serena era una ragazza di Bisconte, deceduta a 18 anni in un incidente). Ci è stata illustrato il progetto di costruzione della nuova Chiesa. Il parroco ci ha spiegato l’importanza della costruzione della Chiesa in questa che è una zona di confine, una zona a rischio. La Comunità è molto motivata, ha già cominciato a raccogliere fondi e ha già acquistato il terreno”.

La parrocchia San Nicolas di Flue-Ndera è gemellata con la parrocchia S. Nicolò all’Arcivescovado di Messina. “Anche qui il gemellaggio è molto sentito”, annota padre Caminiti. “Il parroco e la Comunità ci hanno ringraziato per le adozioni a distanza a favore dei giovani che non possono studiare. Il parroco, con i fondi ricevuti, ha potuto mantenere a scuola non venti ma 65 ragazzi. Non avendo una Chiesa, la parrocchia usa un salone, ma la Comunità si sta impegnando in modi diversi per realizzare la costruzione: raccolta fondi, disponibilità di giornate di lavoro…”

La parrocchia San Paolo di Gishaka, infine, è gemellata con la parrocchia S. Maria di Gesù di Ritiro. “Abbiamo incontrato – si legge nella relazione – i ragazzi e le famiglie del progetto ‘adozione a distanza’. Grande la gratitudine espressa per le famiglie di Messina. Ma grandi anche le difficoltà di questo territotio… C’è stato anche un momento di festa tradizionale, animato dai ragazzi del luogo, anche quelli cosiddetti ‘scapestrati’ che non vogliono studiare ma ai quali il parroco fa frequentare una scuola di mestieri molto interessante. Il gemellaggio è molto sentito. Persino in Chiesa, sul presbiterio, c’è una corona del Rosario con il nome della parrocchia di Ritiro”.

 

In Eritrea

Il Progetto Baobab nasce nel 2004 dall’incontro con persone e storie di vita, un incontro che ha permesso di scoprire l’Eritrea, di conoscere la sua gente e di entrare in relazione con il suo territorio. È un movimento che ha origine con l’emozione e che diventa progetto quando si scopre che l’abbagliante umanità percepita in Eritrea, trasmessa da uomini e luoghi, è tesoro custodito in ogni uomo e in ogni luogo. Il progetto si esprime sul nostro territorio e in Eritrea, accanto all’Eritrea, in reciproco arricchimento umano e spirituale. Lo “spirito” che muove i componenti del progetto è quello della crescita comune, della fraternità e del rispetto.

Il Progetto si propone di:

  • Promuovere l’educazione alla mondialità, all’intercultura e alla pace, attraverso percorsi formativi;
  • Collaborare con progetti di reciprocità già avviati a sostegno della popolazione Eritrea;
  • Conoscere il pianeta Africa attraverso la condivisione di un’esperienza vissuta sul territorio;
  • Rispondere alla richiesta formativa per adolescenti e giovani, con proposte educative.

 

Gesti di Reciprocità

  • Sostenere la scolarizzazione dei bambini più poveri
  • Promuovere la dignità e l’emancipazione delle donne attraverso la frequenza a corsi di formazione e la creazione di attività produttive.