<![CDATA[Si è svolto il 14 e il 15 luglio, presso la nuova sede Caritas di via Emilia, un weekend di formazione per referenti C.d.A. parrocchiali dell’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela.
La finalità è stata quella di avviare una collaborazione più proficua tra i vari referenti dei centri di ascolto, in essere e in divenire, delle varie zone dell’Arcidiocesi, per far fronte all'emergenza delle nuove povertà, che di giorno in giorno diventa sempre più difficile.
Sabato 14, dopo un momento di preghiera nella cappella della nuova sede Caritas di via Emilia, in cui si è posto l’accento sul discernimento, ci si è divisi per gruppi eterogenei per descrivere i punti di forza e di debolezza dei vari centri di ascolto rappresentati; a conclusione di questo momento si è arrivati a tracciare quelli che sono i principali:
Punti di forza: Comunione Parroco/laici; Rapporto con il territorio; Condivisione periodica tra gli operatori C.d.A.
Punti di debolezza: formazione; esigue risorse; poca responsabilità da parte delle comunità parrocchiali. Su questi ultimi si è parlato molto con una discussione chiara e condivisa.
Dopo il pranzo Equo e solidale presso il ristorante “Rapa Nui”, si è fatto un lavoro sperimentale in cui ogni gruppo ha esaminato un caso particolare.
Quindi si sono condivisi i risultati ottenuti. Durante questa condivisione, l’intervento più significativo è stato quello del nostro Arcivescovo Mons. Calogero La Piana. Egli ha evidenziato come, ricordando l’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate”, la Carità nella Verità, sia di fondamentale importanza il lavoro in rete e il confronto tra i singoli C.d.A. Altro punto importante è la “prudenza”: “Essere prudenti vuol dire amare la persona, non essere diffidenti!”. Nel confronto si è messo in risalto come il centro di ascolto fa dell'ascolto il suo modo proprio di servizio. Il suo "fare" prevalente è l'ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato, sono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno. Dall'Ascolto e dall’Accoglienza della persona conseguono le altre funzioni specifiche:
Presa in carico delle storie di sofferenza e definizione di un progetto di "liberazione";
Orientamento delle persone verso una rilettura delle reali esigenze e una ricerca delle soluzioni più indicate;
Accompagnamento di chi sperimenta la mancanza di punti di riferimento e d'interlocutori che restituiscano la speranza di un cambiamento, mettendo in contatto la persona con i servizi presenti sul territorio e attivando tutte le risorse possibili;
Prima risposta per i bisogni più urgenti, sempre attraverso il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e del territorio.
Inoltre si è posta l’attenzione sul fatto che il Centro di ascolto diocesano non è sostitutivo di quello parrocchiale, vicariale o zonale, e non assume alcun ruolo di delega da parte delle parrocchie. Piuttosto, svolge, al fianco del servizio ai poveri, un servizio di animazione della comunità cristiana espressa soprattutto dalle funzioni di sussidiarietà e stimolo, svolgendo il suo servizio di ascolto in continuo dialogo con i Centri di ascolto parrocchiali, vicariali o zonali.
A conclusione della prima giornata, dopo la preghiera della sera, con un momento di Adorazione Eucaristica, incastonata nella preghiera dei primi vespri della domenica, la caratteristica Focacciata!
Ma il culmine di questo weekend di formazione, si è avuto sicuramente giorno 15, con gli interventi della Dott.ssa Annamaria Garufi, presidente e fondatrice della LELAT e di Padre Tanino Tripodo, Direttore della caritas Diocesana.
Annamaria Garufi ha fatto notare, alla luce della sua esperienza con i tossicodipendenti e i malati di AIDS, come farsi carico di una persona, è più pesante che farsi carico delle problematiche della persona stessa.
Il nostro aiuto non è facile. Bisogna imparare a leggere ciò che non si riesce a leggere dietro lo sguardo di un fratello. Occorre entrare in empatia con la persona. Far capire che per noi è “persona” e non uno dei tanti casi da schedare e trattare durante una delle tante riunioni tra operatori C.d.A. Inoltre è di fondamentale importanza che chi aiuta venga al tempo stesso aiutato. Non è semplice essere operatori del C.d.A.
Partendo da questo intervento, Padre Tanino Tripodo, che ha tracciato i punti essenziali e le prospettive per i centri di ascolto per il prossimo anno pastorale, ha fatto presente come la scelta degli operatori deve essere frutto di discernimento. Non tutti possono essere operatori del C.d.A.
P. Tanino durante il suo intervento ha evidenziato alcuni aspetti essenziali:
- Operatore del C.D.A., discepolo del Maestro;
- Operatore del C.D.A., uomo di Comunione;
- Centralità della formazione permanente;
- Operatore del C.D.A., conoscitore del territorio;
Importanza fondamentale: archiviazione dei dati nel portale Caritas “Churchnet”.
Infine, dopo aver tracciato le linee programmatiche per il prossimo anno pastorale, ci si è riuniti in preghiera tutti insieme nella celebrazione eucaristica domenicale presieduta da Padre Tanino.
L’incontro si è concluso piacevolmente condividendo il pranzo al ristorante bottega “Rapa Nui”.
Lillo Frassica]]>