Accoglienza dei migranti a Lampedusa: le richieste di Caritas e Migrantes

condividi su

<![CDATA[Mercoledì 12 febbraio 2014, una delegazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, guidata dal presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e presidente di Migrantes, S.E. Mons. Francesco Montenegro e dal Sottosegretario Cei, Don Bassiano Uggè è stata ricevuta a Palazzo Chigi dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On. Filippo Patroni Griffi e da alcuni collaboratori.
Tema al centro della discussione la situazione difficile di Lampedusa e le misure di accoglienza delle persone migranti che sbarcano sull’isola. La delegazione ha despositato un position paper con dieci proposte/richieste concrete di di intervento urgente per far fronte alla situazione, firmato da Mons. Giancarlo Perego, direttore Generale della Fondazione Migrantes e Mons. Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana.
Si tratta delle seguenti proposte:

  1. Revisione delle politiche di accesso al territorio italiano e facilitazione del rilascio dei visti presso le am-basciate italiane all’estero, che dovranno necessariamente essere rafforzate per adempiere il compito;
  2. Revisione nelle procedure di affidamento in gestione dei Centri di Accoglienza, evitando il sistema delle gare al ribasso, ma favorendo sistemi di accoglienza integrata che diano priorità alla qualità dell’accoglienza e all’impatto sociale della stessa.
  3. Maggiori controlli nei confronti delle strutture di accoglienza e applicazione di sanzioni in caso di violazione delle Convenzioni.
  4. Lampedusa e Linosa:  Rigida applicazione del Modello Lampedusa: 48/72 ore e veloce trasferimento CPSA di Lampedusa: coinvolgimento dell’Amministrazione comunale e di Organizzazioni di volontariato e umanitarie extra Proget-to Praesidium. Massima attenzione sull’efficace funzionamento del CPSA di Lampedusa, assicurando che non vi siano “soluzioni di continuità” rispetto all’accoglienza dignitosa di tutte le persone che arrivano via mare sull’isola. Gli stessi celeri trasferimenti dovrebbero avvenire comunque avendo assicurato alla persona il soddisfacimento dei suoi diritti umani fondamentali e basilari (cibo, vestiario, screening sanitario, igiene). Riteniamo infatti che la massima attenzione delle istituzioni europee e dei mass media nei confronti dell’isola debba spingere le istituzioni italiane a vigilare e garantire il più efficiente funzionamento del CPSA. Nell’immediato e nello specifico, in relazione ai lavori di ristrutturazione del CPSA attualmente in corso, si rende auspicabile una rivisitazione degli spazi prevedendo: a. Spazio per trattamenti sanitari straordinari, b. Spazio ricreativo, c. Spazio riservato per minori e donne, d. Spazio mensa al coperto che sia capace di accogliere effettivamente il numero dei migranti pre-senti e di garantire che essi possano consumare i propri pasti al riparo dalle intemperie.
  5. Affido momentaneo, in caso di sovraffollamento del CPSA, di minori e categorie vulnerabili in favore di famiglie lampedusane
  6. Maggiore attenzione al fenomeno del trafficking sin dallo sbarco e potenziamento delle figure di me-diatori e operatori umanitari competenti. Relativamente alle iniziative da intraprendere invece nei confronti del contesto sociale lampedusano, in considerazione dello straordinario ed eccezionale impatto sociale che il fenomeno dell’immigrazione ha nei confronti dello stesso, si ritiene inoltre di dover riconoscere particolare attenzione al sostegno alla realizzazione di un piano regolatore e sociale per l’isola di Lampedusa, che ripensi gli spazi e i luoghi della salute, della scuola, in particolare, vista l’inadeguatezza delle strutture. A tale scopo si propone:
  7. Il potenziamento del presidio sanitario locale che, già inadeguato a far fronte alle esigenze della popolazione autoctona, si trova a dover fronteggiare emergenze sanitarie legate alla popolazione migrante in transito;
  8. L’apertura all’interno del Presidio Sanitario locale di un reparto di ginecologia-ostetricia-neonatologia che possa consentire alle donne lampedusane di essere seguite durante la gravidanza e di partorire sull’isola in sicurezza e, contestualmente, di garantire assistenza alle donne migranti arrivate in stato di gravidanza o di accertare episodi di violenza sessuale subiti durante il viaggio;
  9. L’attenzione alle problematiche legate a traumi che le persone migranti che arrivano sull’isola vivono, con particolare riguardo alle situazioni di violenze, prevedendo appositi servizi di supporto psicologico e di mediazione socio-culturale;
  10. La ristrutturazione urgente e l’ampliamento del Presidio scolastico dell’Isola, così che possa prevedere attività e sostegno ai minori in età scolare che arrivano sull’isola.

Caritas Italiana e Fondazione Migrantes hanno di recente pubblicato il 23° Rapporto sull’Immigrazione e sono presenti nell’isola di Lampedusa da tempo. Insieme all’Arcidiocesi e alla Caritas di Agrigento hanno attivato un Centro operativo, punto di riferimento per l’intera popolazione e per le realtà istituzionali e di terzo settore impegnate nell’accoglienza.]]>